Garanzie e Perizie

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L’orologio femminile: un gioiello da polso

Anello con orologio antico

Prima di essere messo al polso, l’orologio da donna viene appeso al collo con catene d’oro o fissato all’abito con spille come fosse un gioiello.
La tendenza a considerarlo come un ornamento del vestito è provata dal fatto che nel corso del tempo, i modelli destinati al pubblico femminile sono stati quasi sempre estremamente preziosi. A differenza dell’ orologio  da uomo, dove l’attenzione degli artigiani si è concentrata più sugli aspetti tecnici, la storia degli esemplari da donna è scandita dai mutamenti del costume. Nel cinquecento si ha testimonianza di alcuni esemplari di orologi ad anello, ma il “gioiello che segna il tempo” è ancora un privilegio di pochi appartenenti alla più alta aristocrazia.

L’uso dell’orologio da donna si diffonde in Europa fra i ceti abbienti solo durante il secolo successivo, quando a suggerire le diverse fogge ci penseranno la moda e l’arte della gioielleria. Nel Seicento poi, si usano orologi a forma di fiori, di libri e di croci, eseguiti per lo più in argento o in oro con cesellature, incisioni e disegni a smalto. Più raro, invece, il ricorso alle pietre preziose: rubini, zaffiri, smeraldi e diamanti vengono preferibilmente incastonati nei gioielli. In quell’epoca, nella gerarchia degli accessori di pregio, all’orologio spetta infatti il posto meno in vista. Primeggia il “Sautoir” – una lunga collana – e una grande spilla al centro della scollatura, vicino al cuore.

Infine, ecco l’orologio appeso alla vita insieme ad uno specchio d’argento ma si tratta soprattutto di un oggetto puramente funzionale.
Verso il settecento, la moda cambia. Abbandonate le forme estrose, la cassa torna ad essere per lo più rotonda, in  modo da lasciare spazio alla decorazione. L’orologio entra definitivamente nel portagioie della dama decorato da diamanti, smalti o perle: i nuovi modelli vengono anche incorporati nel manico dei ventagli e dei parasoli oppure nei corredi per il trucco. Con l’ Ottocento, perfezionati nella tecnica e curati nell’estetica, gli orologi sono degni di figurare anche sulle scollature degli abiti più eleganti. Trionfa, in quest’epoca il modello a pendente, sostenuto dai sautoirs , nascosto in spille da fissare ben in vista sul corpetto o sistemato al centro dei colliers e – di rado – anche al polso.
Ma, nonostante il bracciale sia già considerato un elemento decorativo importante, bisogna attendere il secolo successivo perché la nuova moda si diffonda.

Un orologio chiamato gioiello

La belle Epoque, che si afferma durante i primissimi anni del Novecento sotto il segno dell’alta moda francese, concede molto alla vanità femminile. Dalla sottogonna al corpetto, ogni centimetro di tessuto è ricamato, impreziosito di trine, pizzi, piume, perle, strisce di passamaneria o file di bottoni ricoperti di stoffa, che stringono le braccia dal gomito fino al polso. L’orologio, anche a causa della moda che esige maniche lunghe, è ancora appeso alla collana, con il quadrante talvolta nascosto da un coperchietto, cosa che lo rende più simile ad un pendente. Bisogna però dire che, durante i primi anni del secolo, la donna non aveva alcun bisogno di misurare personalmente il tempo. Anzi, molte volte, un gesto legato alla fretta come quello di leggere le ore, poteva essere interpretato  come mancanza di stile. Solo durante gli anni ’20, l’iniziale affermazione dell’orologio da polso indossato dagli ufficiali durante la prima guerra mondiale, rende popolari i modelli a bracciale anche tra il pubblico femminile che comincia a esibirlo anche se, ancora una volta, soltanto in qualità di gioiello.
Nei primi anni del Novecento a Bienne, a Berna e, soprattutto, a Ginevra, sorgono diversi laboratori specializzati nella realizzazione di casse per orologi a bracciale destinati alla clientela femminile. S’impegnano nello studio della forma e dello stile dei nuovi modelli preziosi anche diversi gioiellieri.

A Parigi, verso il 1906 Louis Cartier che ha già conquistato da tempo la clientela internazionale più esclusiva, presenta un orologio da polso decorato sulla lunetta con diamanti rosa e alcuni modelli in platino e gemme di colore ma nell’elegante atelier del gioielliere parigino situato in Rue de la Paix, gli esemplari a bracciale creati con ampia generosità di gemme non trovano facilmente acquirenti.
Solo pochi rappresentanti del bel mondo aristocratico o della finanza, come i Vanderbilt, i Rothshild o lo stesso Pierre Cardin apprezzano  i modelli di questa nuova collezione della quale si assicurano alcuni “pezzi  unici”.
Di fronte alla riluttanza della clientela ad accettare le nuove creazioni, Cartier non disarma. Anzi, insiste in quella direzione proponendo serie sempre più numerose di modelli, il più delle volte dotate di meccanismi messi a punto da orologiai svizzeri di fama, come Edmond Jaeger o Bredillard. Nascono così certi orologi di forma tonneau (come una piccola botte) o tortue (come il guscio di una tartaruga), con bracciali formati da perle fissate su sottili fili metallici e certi altri esemplari rettangolari o rotondi, decorati intorno al quadrante con pietre preziose e fissati su cinturini di seta moirè. Di sera, qualche stravagante e ricca signora esibisce già l’orologio-gioiello da polso:  ma è una moda considerata ancora troppo sfacciata rispetto ai canoni tradizionali, che continuano invece a imporre nelle occasioni più eleganti.

Orologio antico con diamanti

Le novità del primo dopoguerra

Dopo la prima guerra mondiale, la vita mondana si dà regole del tutto nuove: si vive, più di notte che di giorno, al ritmo frenetico della musica jazz, il cocktail diventa una consuetudine quotidiana per i milionari che competono tra loro nel dedicare agli ospiti la scenografia più originale. Le donne guidano l’automobile e vengono ammesse anche alle attività sportive dei club più esclusivi. E’ una trasformazione di abitudini e di stili che finisce per incidere profondamente sulle sacre regole della moda. Gli orli delle gonne si accorciano, le scollature diventano maliziosamente profonde, le maniche scompaiono o sono appena accennate ai limiti delle spalle, talvolta sostituite nei vestiti da sera da sottili bretelle. L’abito molto più sobrio ed essenziale rispetto ai primi anni del secolo esige adesso, quasi per contrasto, accessori vistosi. I gioielli, in particolare, devono risaltare sulle braccia nude e sul “decolletè”. L’industria dell’ orologeria fiuta immediatamente l’occasione, proponendo modelli da polso realizzati con uno stile del tutto nuovo. Nascono in questi anni i primi veri e propri orologi gioiello.

Nel 1920, quasi tutte le Case svizzere hanno in catalogo una produzione preziosa espressamente dedicata al pubblico femminile. Vacheron & Constantin, ad esempio, propone modelli con casse ovali ornati da pietre pregiate lungo l’intera estensione del cinturino, mentre Audemars Piguet offre un’ampia gamma di realizzazioni in platino e diamanti, con bracciali a maglie snodate o cinturini in stoffa. Molti gioiellieri di Parigi e di Londra creano esemplari da polso di sempre più piccole dimensioni, mentre Cartier, grazie ai progressi tecnici raggiunti in questi anni, è in grado di produrre un modello a baguette, caratterizzato dalla cassa ultrapiatta e dalla forma molto allungata. Un modello che ebbe lunga vita e grande successo, tanto che nel 1938 il presidente francese Albert Lebrun lo scelse come rappresentativo dono del proprio Paese per le nozze della Regina Elisabetta.

Bracciale orologio in oro

Art deco’: la rivoluzione del gusto

La moda della gioielleria cambia profondamente, i diamanti sono spesso affiancati o sostituiti da smeraldi, rubini, zaffiri o da gemme finora utilizzate di rado, come il cristallo di rocca, la giada, l’onice e il lapislazzuli. Nuovi parametri estetici che consentono un gioco di straordinarie geometrie e di disegni di gusto orientale, sono poi suggeriti dallo stile dei gioielli e degli oggetti rinvenuti nella tomba del faraone Tutankamon, una scoperta archeologica del 1922 che all’epoca esercitò una forte suggestione. Gli orologi da polso sono ora diventati preziosi come veri e propri bracciali di gioielleria: la parte decorata si estende fino alla fibbia di chiusura o al quadrante stesso.
Le fantasie decò consentono anche la creazione di piccoli orologi da inserire nelle borsette da sera, come il “Domino” che apparse un un angolo della “minaudiere”, una trousse a scomparti creata da Van Cleef & Arpels nel 1929.